Gran Paradiso – 4061 m

Gran Paradiso – 4061 m

Luglio 27, 2019 0 Di Rocky C.

Il Gran Paradiso è l’unico 4000 interamente nel territorio italiano, per molti escursionisti è il primo approccio all’alpinismo alpino su ghiacciaio e la prima montagna raggiunta oltre i fatidici 4000 metri di altitudine. La “via normale” di salita a questa cima è divenuta una vera e propria “classica”, un percorso che ogni estate vede alpinisti e camminatori provenienti da tutto il mondo che vogliono provare l’emozione dell’alta quota. Le difficoltà tecniche sono molto moderate e l’alta frequentazione di questa via di salita non devono però portare a sottovalutare l’itinerario. Esso prevede infatti un lungo tratto su ghiacciaio (non privo di crepacci) e un brevissimo tratto roccioso negli ultimi metri di ascesa. Inoltre il dislivello complessivo è considerevole e non occorre mai dimenticare che si raggiunge appunto una quota superiore ai 4000 metri, restando per diverse ore a un altitudine che può causare il cosiddetto “mal di montagna” (serie di sintomi come nausea, mal di testa, capogiri ecc) che non deve essere assolutamente trascurato e che, in caso insorga, deve portare immediatamente all’abbandono del tentativo di salita e al repentino ritorno a valle.

Primo giorno. Da Pont al Rifugio Vittorio Emanuele II

Dal grande parcheggio di Pont seguire il sentiero, attraversando il torrente, verso destra, prima attraverso il bosco e poi per pendii erbosi e rocciosi, salendo con numerose svolte fino al Rif. Vittorio Emanuele (q. 2732 m – 2 h).

 

Secondo giorno. La salita alla vetta del Gran Paradiso

Da dietro il rifugio seguire il sentiero con bollini gialli attraverso una distesa di grandi massi, fino a dei prati sotto la morena del ghiacciaio del G. Paradiso. Risalire la morena sul lato sinistro meno ripido, per traccia a svolte con ometti, entrando in un ampio vallone con rocce montonate lisciate dal ghiacciaio, da risalire seguendo i numerosi ometti, fino al catino innevato da risalire fino alla fine a q. 3000 m. Da qui risalire il ripido pendio ghiacciato di destra, puntando alla estremità destra, che raggiunge un plateau e seguire la pista che sale ad un altro plateau, fino alla cosiddetta schiena di mulo. Si sale quindi a sinistra con discreta pendenza, attraversando la parte superiore del ghiacciaio, con diversi crepacci aperti a fine stagione, in direzione di una sella. Si cambia quindi direzione risalendo verso sinistra in direzione della crepaccia terminale che si supera su un breve e ripido ponte di neve (molto aperta da fine luglio in poi), si giunge alla sella e da lì, per le rocce esposte della cresta, si giunge alla cima con madonnina (3-4 h).